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Storia dei francobolli.

Prima della nascita del Regno d'Italia, nel 1861, la penisola era costituita da un mosaico di Stati direttamente governati o influenzati dall'Austria: ciascuno di questi emise i propri francobolli, i cui soggetti si adeguarono ai molti cambiamenti politici. La straordinaria ricchezza filatelica dell'Italia è dovuta proprio a questi cambiamenti. Il primo francobollo emesso sul territorio italiano, nel 1850, fu del Regno Lombardo-Veneto, con l'emblema dell'aquila bicipite, simbolo degli Asburgo. Questo precedette di un anno il primo francobollo del Regno di Sardegna, emesso il 1° febbraio 1851, ed è doppiamente importante perché rappresenta anche la prima effige italiana su francobollo: quella di Vittorio Emanuele II. Marzocco coronato del Granducato di Toscana. Francobollo emesso nel 1857.Lo stesso anno apparve il primo francobollo del Granducato di Toscana, seguito nel 1852 da quelli dei ducati di Modena, di Parma e dello Stato Pontificio. Il primo francobollo di Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie, apparve soltanto nel 1858, data in cui figura la prima effige straniera su un francobollo italiano: Francesco Giuseppe I. Ferdinando di Borbone, re delle Due Sicilie, sostenuto dall'Austria, fu l'ultimo sovrano dei vecchi Stati a figurare su un valore italiano (1859). Come era giusto, Vittorio Emanuele II inaugurò la nascita del nuovo Regno d'Italia con un francobollo che presentava il proprio ritratto in rilievo ma, preparato a Napoli nel 1862, il valore non venne accettato dal Ministero delle Poste italiane, che rifiutò di emetterlo. Alcuni esemplari circolarono per errore negli uffici postali.

Effige di Vittorio Emanuele III. Francobollo emesso nel 1901.Dopo varie altre emissioni, a partire dal 1879, l'effige di Vittorio Emanuele II lasciò il posto a quella del figlio, Umberto I, salito al trono nel 1878. Al re Umberto I, assassinato a Monza il 29 luglio 1900 dall'anarchico Gaetano Bresci, succedette il figlio Vittorio Emanuele III, e la sua effige apparve sui francobolli italiani a partire dal 1901. I primi francobolli commemorativi con l'effige di Garibaldi furono venduti soltanto nel sud dell'Italia, nell'aprile del 1910, per il cinquantesimo anniversario del risorgimento in Sicilia e del plebiscito di Napoli. I "ferri di cavallo", del 1° gennaio 1865, così chiamati per la forma della soprastampa, furono i primi esemplari italiani soprastampati, poiché il loro valore passava da quindici a venti centesimi.

Francobollo del 1944, soprastampato C.L.N (Comitato di Liberazione Nazionale) Savona nel 1945.Nel 1917 l'Italia emise i primi valori di posta aerea, poi, col fascismo, esaltò l'antichità romana nella maggior parte dei francobolli, utilizzati come strumento di propaganda. Spesso i francobolli incitavano gli italiani all'incremento demografico o alla partenza per la guerra, come la serie emessa nel 1932 per il decimo anniversario della marcia su Roma. La Repubblica di Salò (23 settembre 1943-25 aprile 1945) soprastampò frequentemente i propri francobolli, poi ulteriormente soprastampati dal nuovo governo nel 1945. L'avvento della Repubblica venne salutato nel 1946 con l'emissione di otto valori che esaltavano le antiche repubbliche marinare. Da allora, parallelamente alle effigi di uomini di governo antichi e moderni, ebbero l'onore di numerose emissioni i ritratti di filosofi, poeti, pittori, scultori e architetti. Si aggiunse inoltre la riproduzione dell'inesauribile e favoloso mosaico di ricchezze artistiche e turistiche del patrimonio nazionale.

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